lunedì 9 ottobre 2006

Le colline hanno gli occhi



















Titolo originale: The hills have eyes
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Horror, Thriller
Durata: 107'
Regia: Alexandre Aja
Sito ufficiale: www2.foxsearchlight.com
Sito italiano: www.20thfox.it
Cast: Aaron Stanford, Vinessa Shaw, Kathleen Quinlan, Laura Ortiz, Michael Bailey Smith, Dan Byrd
Produzione: Craven-Maddalena Films
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 25 Agosto 2006 (cinema)


Trama: Nuova versione dell’omonimo film del 1977 di Wes Craven, è la storia di una famiglia il cui viaggio si trasforma in un incubo quando il gruppo giunge in una zona nuclearizzata. Lontani dal mondo, i Carter si rendono presto conto che l’area apparentemente disabitata è in realtà il territorio di una famiglia di mutanti assetati di sangue... e che loro sono la preda.

Maurizio Porro (Il Corriere della Sera)
La-radioattività-un brivido mi dà...», cantava Mina nel ' 63 sui titoli dell' Eclisse. La frase s' addice al curioso e attualizzato remake di un horror cult da 325.000 dollari, ' 77, di Craven. Che ora benedice il doppione di Aja scritto in regime di subconscio con Lavasseur (Alta tensione). In cui una devota famiglia americana piena di nevrosi si perde nel deserto ed è massacrata da un gruppo di mutanti cannibali, frutto di test atomici. Non a caso un «freak» è sgozzato dalla bandierina americana, non a caso vince il giovane progressista, chiamato Bukowski dal suocero repubblicano, e fino all' ultimo mantiene gli occhiali nonostante le orribili carneficine. Il film rantola con noi ma sbraca nel finale, e se non sempre il messaggio è così civile (tutti assassini), il parallelo delle famiglie induce in tentazione e la buona resa del cast, compresi due cani, fa il resto del nightmare. VOTO: 7+ .

Pier Maria Bocchi (Film TV)
Nell'omonimo e noto horror di Wes Craven del 1977 le colline soprattutto urlavano, oltre a spiare. E nella sua ruvidezza esasperata, il prodotto possedeva un'efficacia da panzer comunque un po' sopravvalutata. Il remake di Aja non inventa niente, purtroppo, adagiandosi sull'originale senza peraltro affiati postmoderni (verrebbe da dire per fortuna, però). Il nuovo Le colline hanno gli occhi aumenta lo spessore della tessitura politica, ma della famigliola americana che nel deserto finisce tra le grinfie di un'altra famiglia, ma assassina e cannibale e freak, il cinema ormai può fare a meno: perché il discorso è vecchio, perché il recupero della violenza seventies non basta da solo a rendere bello un film, perché - in ultimo - l'affondo chirurgico serve laddove il corpo sia ancora vivo e a nervi scoperti (lo ha ben capito Rob Zombie, che difatti ha popolato La casa del diavolo di carne morta e di fantasmi). L'unica idea buona, quella del villaggio per gli esperimenti nucleari, è sfruttata bene in termini scenografici, ma si annacqua in uno sguardo pedante e, alla lunga, perfino noioso. Ottimi trucchi gore di Nicotero & Berger, grande musica di Tomandandy, fotografia luminosa di Maxime Alexandre: ma il post-Alta tensione, più che brutto, è una delusione cocente.

Ed ora tocca a me:DEvo dire che m'è piaciuto tanto, naturalmente ho visto la "rivisitazione",ora sono alla ricerca dell'originale del '77 di Wes Craven. Comunque suspence a go-go, davvero vivibile in tensione.Bellissima per incoerenza la frase: "Lasciate in pace Doug: lui è un democratico…non crede nelle pistole!" Comunque consiglio.

Alla prossima... ;)

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1 Comments:

Blogger Sordido1981 said...

Yes! Comunque lo si vede dalla fatidica ambiguità dello stendardo americano piantato in testa in maniera "democratica" ai "mutati" :)

lunedì, 09 ottobre, 2006 

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