sabato 30 settembre 2006

Bowling a Columbine
















Titolo originale: Bowling for Columbine
Nazione: Canada/Usa
Anno: 2002
Genere: Documentario
Durata: 120'
Regia: Michael Moore
Cast: Michael Moore
Produzione: Alliance Atlantis Communications, Dog Eat Dog Films, Salter Street Films International, United Broadcasting Inc.
Distribuzione: Mikado
Uscita prevista: 04 Ottobre 2002 (cinema)

Trama: Michael Moore si era fatto conoscere anche in Europa con il lungometraggio Roger and Me (1989). Torna alla carica, dopo aver realizzato altri tre film, con un nuovo documentario in cui stigmatizza il liberismo assoluto in materia di porto d'armi negli Stati Uniti. Prendendo come punto di partenza la strage alla Columbine High School del 1999 il regista non si limita a scaricare tutte le colpe su Charlton Heston e sulla sua associazione che promuove l'autodifesa dei cittadini ma prova ad andare più a fondo. Ne nasce un ritratto in nero, ma anche satirico, della nazione più potente nel mondo che ha meritato il riconoscimento che gli è stato tributato a Cannes.

Maurizio Porro (Il Corriere della Sera)

La maggioranza silenziosa ma armata americana, che tiene la 44 Magnum sotto il cuscino e si riconosce nell'arteriosclerotico Ben Hur con dentiera Charlton Heston, è la protagonista di questo straordinario, ironico, disperato documento del grande "no global" Michael Moore, premiato a Cannes. Partendo dalla strage degli studenti di Columbine e dall'assassinio di una bimba, Bowling a Columbine traccia uno spietato identikit degli States, e le stragi collegate, che oggi, con la guerra in vista, è più attuale che mai. Tra cronaca e storia, virando necessariamente nel grottesco naturale, il regista "extra large" guarda negli occhi la lobby delle armi (ne girano 250 milioni), racconta delle banche che offrono in omaggio la carabina, dall'infuocato Michigan fa una puntata nel pacifico Canada, che ha finanziato il progetto, e mette sul banco degli imputati violenza e razzismo; e accusa i media di travolgere e stravolgere la realtà. Da vedere: i riferimenti sono ottimi e abbondanti, tutti sono giustizieri della notte. Da Il Corriere della Sera, 19 ottobre 2002

Alberto Crespi (L'Unità)

Sul valore squisitamente politico di Bowling a Columbine ci siamo ampiamente diffusi nei giorni scorsi, registrando anche il successo di pubblico che il film sta riscuotendo in America. Ma nel momento in cui esce anche in Italia, vale la pena di ritornare sull'opera in sé, magari partendo dall'autore, Michael Moore. Non si tratta di un semplice regista. Moore é, al tempo stesso: un documentarista che agisce nel sociale, un agitatore politico, un uomo di spettacolo, un grillo parlante - e si intenda quest'ultima definizione nel senso più nobile e positivo del termine Michael Moore è un uomo che andrebbe in mezzo alle gambe del diavolo per strappare un'intervista, una dichiarazione, un'immagine utile a dimostrare la sua tesi; in più é, appunto, un uomo (un artista) con una tesi da dimostrare, che non si nasconde dietro il falso mito dell'oggettività. Ai tempi di Roger Me, il primo film che lo rivelò in America e nel mondo, non voleva solo raccontare come la General Motors avesse rovinato numerose famiglie chiudendo una fabbrica in quel di Flint, Michigan. Voleva vendicarsi. Lui, a Flint, è nato e cresciuto: ha vissuto la monocultura di una fabbrica di automobili che in una piccola comunità è luogo di lavoro, fonte di riconoscibilità, collante sociale le e psicologico, padre e madre, sorella e fratello. Chiudendo, la GM aveva distrutto tutto ciò e Moore voleva fargliela pagare: il Roger del titolo era il direttore della fabbrica, e Moore andava a perseguitarlo dovunque pur di metterlo di fronte alle sue responsabilità. È la stessa cosa che Moore fa con Charlton Heston in Bowling a Columbine in qualità di portavoce e sponsor della Nra (la lobby dei fabbricanti d'armi), il vecchio divo non può rifugiarsi nei no-comment quando qualche americano - che ha potuto comprare un fucile a pompa al supermarket impazzisce e fa una strage. Bisogna stanarlo. Bisogna, appunto, fargliela pagare. Il cinema di Michael Moore è un cinema che la fa pagare sempre: a chi tocca, tocca. Lo fa rompendo le scatole in modo totalizzante e scientifico, esibendo statistiche e pezze d'appoggio, facendo parlare amici e avversari ma non facendosi alcuno scrupolo se è opportuno ascoltare i primi e sfottere i secondi. Per questo motivo è un cinema fazioso, partigiano, fragorosamente divertente e dolorosamente istruttivo. Bowling a Columbine è un documentario, ma vedendolo non ci si annoia nemmeno per 1o secondi. Partendo dal massacro avvenuto nella scuola di Columbine in Colorado (alcuni studenti armati fino ai denti massacrarono numerosi compagni), analizza l'ossessione americana per le armi da fuoco fornendo al proprio paese un lucido, terribile (e NON deformante) specchio nel quale rimirarsi. Il montaggio del film è raffinatissimo, il ritmo è incalzante, la presenza di Moore - quando entra in scena - è paragonabile a quella di un caterpillar. Bowling a Columbine è da vedere assolutamente. Uscirete sognando che un Michael Moore spunti anche in Italia (non paragonatelo né a Chiambretti né alle Iene, per cortesia qualche similitudine c'è ma questo è un cineasta serio, un essere pensante, non un clone televisivo) e giri un finn simile su Berlusconi. Probabilmente, forzando la legge Cirami, esprimerebbero su di lui un "legittimo sospetto", lo chiuderebbero in galera e butterebbero via la chiave.

Ed ora tocca a me: Peccato averlo scoperto tardi questo "regista", ed aver visto solo gli ultimi suoi 2 lavori, che di primo acchitto, lì per lì seduto sul tuo divano possono annoiarti ma dopo ti prendono portandoti davanti all'evidenza e cruda realtà. Già in Fahrenheit 9/11 m'aveva a dir poco stupito, poi ho avuto le mie conferme con Bowling a Columbine, ed ora vado alla ricerca disperata dei suoi 2 primi "film", Roger and me (1989), e Operazione Canadian Bacon (1995).Comunque fortemente triste vedere una città americana dove tutti avevano delle armi in casa e come riuscissero tranquillamente a giustificarsi.Boh.Stranezze americane.

Alla prossima... ;)

Etichette:

1 Comments:

Blogger Sordido1981 said...

Bene bene, grazie a te mia musa/cinefila ispiratrice.
;)

domenica, 01 ottobre, 2006 

Posta un commento

<< Home