lunedì 15 gennaio 2007

Trappola nel tunnel














Titolo originale: Daylight

Regia:Rob Cohen

Cast:Sylvester Stallone, Amy Brebbeman, Stan Show, Sage Stallone, Viggo Mortensen, Claire Bloom

Genere:Avventura

Durata:115 minuti

Produzione: USA

Anno:1996

Trama: Un incidente blocca il tunnel che unisce l'isola di Manhattan a New York. C'è un'esplosione, migliaia di persone sono bloccate. Il mare potrebbe irrompere ed essere strage. Ma Stallone prende in mano la situazione e risolve tutto alla sua maniera. Grandi effetti, i soliti paradossi. C'è chi li ama.

Tullio Kezich (Il Corriere della Sera)
Ci sono film (ma anche libri, articoli, trasmissioni televisive) che sembrano fotocopie; e talvolta, addirittura, la fotocopia di una foto-copia. Sicché se ricordate L’avventura del Poseidon (1972) è come aver già visto anche questo recentissimo Daylight - Trappola nel tunnel, appena uscito negli Usa, che è basato sullo stesso spunto: un gruppo di personaggi incappati in un disastro cercano una via d’uscita dalla trappola in cui sono finiti. Tranne che il «Poseidon» era una nave rovesciata da un’onda gigante e per i naufraghi si trattava di trovare il modo di risalire dal ponte alla stiva, con tutte le costruzioni scenografiche disegnate e realizzate a testa in giù. Gli sfortunati personaggi di Daylight sono invece rimasti bioccati da un’esplosione nell’Holland Tunnel, la galleria che unisce l’isola di Manhattan al NewJersey, e non sanno come venirne fuori.Un difetto del film è certamente di non farci capire dove si trovano con esattezza i poveretti e attraverso quale percorso dovrebbero pervenire a riveder l~ stelle. Un secondo difetto è lo scarso interesse degli interpreti riuniti intorno a Sylvester Stallone, mentre nell’agguerrito cast del Poseidon figuravano fra gli altri i rampanti Gene Hackman ed Ernest Borgnine, oltre alla pluripremiata Sheiley Winters in una memorabile nuotata subacquea che valeva l’intero film.Non ci commuove granché la vicenda personale di Stallone, che rimosso per un doloroso equivoco dalla carica di capo dei servizi di soccorso si è ridotto a fare il taxista; e in tale veste, comunque, allo scoppio dell’incidente nel tunnel si precipita a dare una mano pur avversato e poco gradito dall’ufficialità. Quando è riuscito a calarsi nel cuore del disastro, sfidando le eliche vorticose dei canali di aerazione, Sly scopre che lo sventato Viggo Mortensen è già rimasto vittima del proprio spericolato esibizionismo; e che lui può contare sulla buona volontà del poliziotto nero Stan Shaw e della scrittrice in crisi Amy Brenneman con la quale si prevede abbraccio finale. Neppure a quel punto, però, l’ingrugnato eroe si deciderà a cambiare espressione. Anche il resto non sorprende, inclusa la morte della meschina Claire Bloom (come finisce il mito di Luci della ribalta!), perché siamo di fronte a uno di quei film sempliciotti dove i personaggi hanno scritto in faccia il proprio destino. Prevediamo perfino che alla fine si salverà il cane per un po’ creduto morto.Se il genere è di vostro gusto, comunque, questa laboriosa fatica di Rob Cohen vi scionina una serie ininterrotta di esplosioni, boati, croffi, allagamenti e via catastrofando. Il tutto fabbricato con allucinante realismo, lo possiamo dire con una punta di orgoglio nazionale, negli studi di Cinecittà, dove approfittando di un’eccellente professionalità e di favorevoli condizioni economiche la produzione americana ha provveduto a far costruire il tunnel maledetto.

Ed ora tocca a me: Ovviamente piaciuto :D

Alla prossima... ;)

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