mercoledì 12 aprile 2006

«L'incarico lo darà il prossimo presidente»

Romano Prodi: farò un governo per tutti gli italiani, nessuna modifica nella coalizione. Aspetto una chiamata di Berlusconi.
E sui vertici di Camera e Senato: non daremo presidenze alla Cdl.

ROMA - Il candidato premier del centrosinistra è pronto ad assumersi le responsabilità connesse alla vittoria elettorale e a dare vita a «un governo per tutti gli italiani». Ma l'incarico per la formazione del nuovo esecutivo potrebbe non essere così imminente. E' stato lo stesso Romano Prodi a confermarlo oggi parlando con i cronisti: «Probabilmente sarà il nuovo presidente a chiedere al vincitore di formare il governo».
IL RUOLO DI CIAMPI - Un'uscita, quella di Prodi, legata ai dubbi di cui più volte si è parlato e relativi al capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, che non vorrebbe assegnare l'incarico a pochi giorni dalla conclusione del suo settennato. Ciampi, nonostante da più parti arrivino segnali favorevoli ad un prolungamento del suo incarico, sarebbe intenzionato a concludere senza ulteriori allungamenti la sua esperienza al Quirinale e per questo sarebbe orientato a lasciare al suo successore l'incombenza delle procedure legate alla nascita del nuovo governo. Quindi sarà necessario attendere l'insediamento del nuovo Parlamento, la nomina dei presidenti di ciascuna Camera e infine la nomina del nuovo presidente della Repubblica. Solo in seguito, stando alle parole del Professore, potrebbe essere calendarizzata la fase delle consultazioni a cui seguirebbe il conferimento dell'incarico.
GOVERNO E COALIZIONE - Prodi ha parlato dalla sede dell'Ulivo di piazza Santi Apostoli. Incontrando la stampa il Professore ha detto che il risultato delle urne è «una vittoria della democrazia italiana» e adesso per il centrosinistra arriva la sfida principale: governare. «Abbiamo vinto dopo un confronto serrato - ha detto il Professore -, ma con una maggioranza sia alla Camera sia al Senato, che ci permette di governare con la coalizione con cui ci siamo presentati alle elezioni». A questo punto, ha commentato ancora Prodi rispondendo ad una domanda dei cronisti che lo hanno raggiunto nella sede dell'Ulivo, «mi attendo una telefonata da Berlusconi perché questo è l'uso delle democrazie moderne». Dal Quirinale, invece, la telefonata è già arrivata: «Quella con Ciampi - ha puntualizzato - è stata una conversazione prettamente istituzionale»
IL DOPO ELEZIONI - Il leader dell'Unione ha anche parlato delle prospettive politiche del dopo elezioni e, in particolare, della possibilità di trasformare l'Ulivo in una forza politica unitaria stabile. «Il dato del Senato e quello della Camera - ha spiegato Prodi - rafforzano l'ipotesi di un Partito democratico. Ci metteremo subito al lavoro per il gruppo parlamentare unico». A proposito di programmi, il Professore ha precisato che la pace e l'Europa saranno al centro dell'azione programmatica.
I RAPPORTI CON LA CDL - I rapporti con l'opposizione saranno cordiali, ha poi aggiunto, e l'obiettivo sarà quello di ricostruire un rapporto istituzionale corretto e quello che si insedierà a Palazzo Chigi «sarà il governo di tutti gli italiani». Tuttavia «non saranno date alla Cdl nè la presidenza della Camera, né quella del Senato». E a proposito dell'annuncio del centrodestra di ricorsi sui cinquecentomila voti contestati Prodi ha ribadito: «Nessun problema, basta che lo facciano con i modi previsti dalle procedure democratiche.


Come al solito l'Italia spaccata in 2 darà luogo a questo governo. Mah...non saprei sinceramente...è giusto fare un governo quando la metà del paese è di destra e l'altra di sinistra?
Quale futuro ci aspetta? PEnso che un governo stil-tedesco...sia proprio impossibile.
Chi vivrà vedrà....

Alla prossima...

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