sabato 14 ottobre 2006

Cesena-Bari 1-0



La striscia positiva del Bari (11 punti in 5 gare) si ferma a Cesena. Papa Waigo, l’autore del gol decisivo, interrompe anche l’imbattibilità della difesa pugliese e, soprattutto, riporta squadra e città sulla terra dopo i voli di fantasia degli ultimi giorni. I biancorossi, che restano nella zona alta della classifica, hanno il pregio di aver costruito un bel gruppo e di essere riusciti ad assimilare gli schemi di Maran (a dimostrazione che questi ragazzi hanno intelligenza, carattere e qualità). La partita in Romagna, nonostante la sconfitta, evidenzia nuovamente che ci sono le potenzialità per poter recitare un ruolo da protagonisti. Ma non al punto da ambire alla promozione in serie A. L’infortunio di Gervasoni, sostituito da Esposito, è bastato per rendere perforabile la difesa. Inoltre, aver mantenuto il controllo dell’incontro non è servito per arrivare al successo. Il Bari, del resto, non realizza abbastanza su azione manovrata, tanto che buona parte delle reti fatte sono giunte sugli sviluppi di calci da fermo. Per poter aspirare davvero alla promozione servono almeno una prima punta da 15-20 gol e l’esperienza nei punti nevralgici, cioè al centro della difesa e del centrocampo. Altrimenti sarà bene seguire con simpatia la realizzazione di un progetto che garantisce la salvezza e che soltanto nelle prossime stagioni potrà restituire il palcoscenico della massima serie.LA PARTITA - Maran stavolta torna al 4-2-3-1. Rispetto alla gara di lunedì scorso, Fusani, che si era fatto trovare pronto nel secondo tempo contro il Bologna, rileva Tabbiani e si piazza accanto a Gazzi. La mossa riesce perché i due limitano assai Salvetti e Pagliuca, mentre la posizione di Carrus costringe Pestrin a rimanere molto basso. Insomma, i collegamenti tra i reparti della squadra di casa risultano difficoltosi. Quasi mai Papa Waigo, Virdis e Piccoli (gli ultimi due preferiti a Pellè e Lazzari, impegnati in settimana con l’Italia Under 21) sono messi in condizione di infilare in velocità la difesa del Bari. Inaridite le fonti del gioco romagnolo (ci pensano Vantaggiato e Scaglia a bloccare eventuali sortite degli esterni difensivi Sabato e Biserni) e messa la museruola agli attaccanti (compito che per altri è risultato tutt’altro che agevole: il Cesena, nonostante debba recuperare una partita contro la Triestina, è il terzo attacco più prolifico della serie B dopo la Juventus e il Genoa), i biancorossi per completare l’opera vanno alla ricerca della rete. A sostenerli ci sono circa un migliaio di tifosi, la cui speranza è che la squadra riesca a centrare il sesto risultato utile di fila, serie iniziata dopo la sconfitta di Crotone all’esordio. Nei primi venticinque minuti le aspirazioni sono confortate dalle avvisaglie. Santoruvo (per tre volte) e Vantaggiato impensieriscono la difesa cesenate, ma non abbastanza per poter parlare di occasioni da gol. Anche quando Santoruvo da posizione favorevole riesce a girarsi per la battuta, Lauro (sostituto dell’infortunato Ficagna) si oppone. Ma l’accerchiamento (leggi anche una serie di calci d’angolo) si fa più insistente. Al 28’ sempre Santoruvo si lamenta per una trattenuta in area di rigore (c’è un battibecco con Zaninelli), ma l’arbitro Giannoccaro lo calma con spiegazioni che non convincono l’attaccante bitontino. Il tecnico Castori, che ha appena rinnovato il contratto con il Cesena fino al 2010, è costretto a sostituire al 34’ Zaninelli per infortunio (i titolari sono ora entrambi fuori: la coppia dei difensori centrali è Vignati-Lauro). Ma le preoccupazioni sono altre. La formazione vista in avvio di stagione (briosa e a tratti spettacolare) stenta a ripresentarsi (i romagnoli vengono da due pareggi consecutivi). Salvetti decide di indietreggiare per dare un aiuto a Pestrin, Papa Waigo pensa di fare da solo: ricevuto il pallone prova a puntare Micolucci, a saltarlo e a mandare in area qualche pallone. In realtà, c’è poco profitto. La sterile pressione, che si intensifica nell’ultima parte del tempo, ha almeno il vantaggio di tenere il Bari lontano da Turci. Un imprevisto costringe Maran a toccare il reparto che gli ha finora dato più soddisfazioni. I biancorossi devono infatti rinunciare a uno dei centrali di difesa per un infortunio muscolare. Fuori causa Gervasoni, c’è un’altra occasione per Esposito, entrato al 44’. Interessante è verificare nella ripresa se la compattezza della retroguardia barese (non prende gol da oltre 400’) prescinde dalle individualità (aspetto che valorizzerebbe ancor più il lavoro fatto negli allenamenti). Da valutare anche il lato negativo della posizione di Carrus: blocca Pestrin, ma non è a suo agio come suggeritore. La risposta al secondo quesito sembra arrivare immediatamente. E’ proprio Carrus a battere al 47’ una punizione che Pianu devia per l’accorrente Santoruvo. L’attaccante, strattonato da Vignati, riesce comunque a toccare in mischia, ma Turci interviene con i piedi. Il centrocampista sardo fa quel che dovrebbe ripetere con continuità al 50’, allorché con una iniziativa personale si procura un calcio di punizione al limite dell’area. Vantaggiato calcia fuori dallo specchio della porta. In quanto al primo punto interrogativo, la presenza di Pellè, che Castori manda in campo al posto di Virdis (53’), dovrebbe essere, per la difesa modificata del Bari, un banco di prova ancor più probante. Un altro indizio arriva al 59’. Gazzi sradica il pallone agli avversari e dà la palla a Carrus. Cross per il colpo di testa di Vantaggiato, Turci blocca. Appare evidente che Maran abbia chiesto nell’intervallo alla squadra di far passare più spesso la manovra per i piedi del sardo, che al 65’ mette ancora Vantaggiato nelle condizioni di ottenere un calcio da fermo. Stavolta è Scaglia a tentare (invano) di sorprendere il portiere. Come dimostra la prima parte del secondo tempo, il Bari, che non sfonda, è comunque padrone della situazione. Né ci sono segnali di pericolo. Invece, Esposito sbaglia sulla trequarti al 69’ e consente a Piccoli di andarsene centralmente. Il Cesena è in superiorità numerica (tre contro due). L’attaccante serve il collega Papa Waigo: dribbling su Micolucci e sinistro a girare che batte Gillet. L’1-0, che sancisce anche la fine dell’imbattibilità del portiere dopo 440’, è un colpo duro da assorbire. Il Bari prova a reagire immettendo forze fresche. Prima entra Ganci per Fusani (73’), poi Tabbiani per Carrus (80’). Il modulo diventa un 4-3-3 con Gazzi davanti alla difesa e Tabbiani e Scaglia più avanzati. In attacco, Vantaggiato è la punta di sinistra, mentre a destra c’è Ganci. Proprio quest’ultimo prima (81’) disegna una parabola che sorprende Turci, ma il colpo di testa di Santoruvo termina fuori; poi (86’) si avventa su un traversone di Micolucci: l’incornata è debole, tanto che per il portiere bianconero è facile impossessarsi della palla. Con il Cesena che si difende (4-5-1 quando all’82’ De Feudis rileva Papa Waigo), il Bari non trova più sbocchi (e la stanchezza si fa sentire), nemmeno quando (90’) Pellè, di proprietà del Lecce, si fa espellere dal direttore di gara (di Lecce) per un tackle su Milani. Nei cinque minuti di recupero il forcing produce soltanto due corner.

CESENA (4-3-3): Turci, Biserni, Zaninelli (34’ pt Vignati), Lauro, Sabato, Pagliuca, Pestrin, Salvetti, Papa Waigo (36’ st De Feudis), Virdis (8’ st Pellè), Piccoli. (12 Sarti, 7 Lazzari, 13 Bova, 17 Bracaletti). All.: Castori.

BARI (4-2-3-1): Gillet, Milani, Pianu, Gervasoni (45’ pt Esposito), Micolucci, Fusani (28’ st Ganci), Gazzi, Carrus (35’ st Tabbiani), Scaglia, Vantaggiato, Santoruvo. (33 Aldegani, 7 Bellavista, 10 La Vista, 31 Mora). All.: Maran.

Arbitro: Giannoccaro di Lecce.

Reti: nel st 24’ Papa Waigo.

Recuperi: 2’ e 5’.Angoli: 6-5.Espulsi: Pellè al 45’ st per gioco falloso.

Ammoniti: Micolucci, Sabato e Vantaggiato per comportamento non regolamentare; Lauro, Esposito e Ganci per gioco falloso.

Spettatori: 7.800 circa.

Uffa, questa l'abbiamo persa però c'è da dire che stiamo prendendo pochissimi gol, continuiamo cosi :)

Alla prossima... ;)

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